Riceviamo e pubblichiamo un testo volantinato ad alcuni presidi di lavoratori e in particolare lavoratrici della sanità svoltisi a Verona.
Qui la versione per la stampa.
SOLIDARIETÀ REALE PER UNA SALUTE/SANITÀ UNIVERSALE
L’epidemia e la gestione che ne viene fatta da istituzioni e aziende ci stanno mostrando quanti danni faccia la logica che mette il profitto al primo posto, sacrificando la vita delle persone.
Lo vediamo per riflesso in tante cose sucesse.
- Nella mancanza strutturale di medici di base, frutto dell’aziendalizzazione della sanità pubblica che porta a tagliare i “rami improduttivi”.
- Nella chiusura di prontisoccorso e punti nascite, frutto dell’accentramento che “riducendo i costi” compromette l’accesso alle cure.
- Nella scelta di scaricare sugli ospiti e sui lavoratori la situazione nelle RSA, dove. dopo i morti dei mesi scorsi si parla di cassaintegrazione e licenziamenti, fino all’emblematica vicenda dell’Istituto Assistenza Anziani, dove la direzione ha chiesto indietro il “premio produzione” detraendo 400 euro al mese dalla busta paga delle dipendenti.
- Nel mancato screening che nega tamponi gratuiti per molti lavoratori e lavoratrici, come nel caso dei dipendenti dell’Aeroporto Catullo, costretti a farli a pagamento da un’azienda della sanità privata.
- Nel depontenziamento dei punti tamponi gratuti per la popolazione, mentre se ne è aperto uno in piazza Erbe, col solo fine di rilanciare la riapertura dei locali del centro, e uno “a prezzo agevolato” per gli autotrasportatori e i dipendenti della logistica veronese, con lo scopo di non inceppare la movimentazione delle merci.
- Nella repressione cruenta delle proteste nelle carceri e nell’aver lasciato i detenuti e le detenute esposte al contagio, rifiutando la messa ai domiciliari.
- Nella militarizzazione della sanità e della società tutta, con i militari davanti agli ospedali e fuori dalle scuole.
Non sono mancati però in questi mesi segnali in controtendenza.
- A Villafranca lavoratrici e mamme hanno protestato contro la chiusura del punto nascite all’ospedale Magalini.
- A Borgo Trento e Borgo Roma i medici specializzandi hanno protestato contro il loro impiego in corsia a retribuzione ridotta.
- All’IAA di Villa Monga ci sono stati scioperi contro le politiche della direzione (che è diretta espressione della politica locale).
- Al distretto sanitario di Via del Capitel c’è stata una protesta spontanea per velocizzare le pratiche di assegnazione del medico di base.
- A marzo dell’anno scorso i lavoratori della logistica di diverse aziende della ZAI hanno scioperato contro il ricatto tra salute e salario…e chi sa di quante vicende analoghe non si ha notizia.
Quello che forse è mancato è stato il sostegno a queste mobilitazioni, vederle in un ottica che vada al di là della categoria e intrecciarle in una lotta comune per rivendicare una salute globale che non lasci indietro nessuno.
Iniziando anche a mettere in discussione l’origine dei problemi che viviamo quotidianamente, che siano il difondersi delle epidemie, lo sfruttamento lavorativo, le violenze domestiche e di genere, l’emergenza abitativa o le nocività ambientali…
La vera prevenzione sta nel rimuovere le cause, non nell’attenuare gli effetti
Dobbiamo provare a colmare questo vuoto, a fare rete tra chi lotta nei luoghi di lavoro, negli ospedali e fuori di essi.
Essere in salute non dovrebbe significare soltanto non essere ammalati, quanto avere accesso a tutto quello che permette di vivere e rende la vita degna di essere vissuta.
Per chi volesse mettersi in contatto, condividere una riflessione o segnalare un’iniziativa: testimonianzedalfronte.covid19@gmail.com.
Verona, 25 febbraio 2021.
PAZIENTI IMPAZIENTI
PAZIENTI IMPAZIENTI