Come abbiamo visto fino ad ora gli strumenti adottati dalle autorità per contenere quest’epidemia sono stati principalmente obbligare in modo gentile la gente a starsene a casa e introdurre nuovi decreti super restrittivi circa la mobilità delle persone. Misure di controllo che molto probabilmente quando tutto sarà finito verranno magari alleggerite ma continueranno nel tempo. Droni e tracciamento telefonico sono un essempio. Pensiamo che in questo modo si appesantisca ancora di più il problema e si complichino i modi per affrontarlo. Uno dei modi che abbiamo per contrastare questa epidemia è quello di aiutarci reciprocamente anche nelle piccole cose (è meglio fare due chiacchiere piuttosto che rinchiudersi in una casa).
Se sentiamo che il nostro vicino di casa ha dei sintomi non stiamo a guardare dalla finestra se esce di casa o meno, chiediamogli se gli serve qualcosa.
Se conosciamo qualcuno che sta soffrendo particolarmente queste limitazioni, invece di chiamare i servizi psichiatrici cerchiamo di parlargli, di essergli di sostegno.
Se incontriamo gente per strada non domandiamoci se stanno violando le misure o meno. Ognuno di noi ha le sue ragioni strettamente necessarie per uscire di casa.
Se vediamo persone senza mascherine e pensiamo che sia un problema, invece di minacciare di chiamare la polizia cerchiamo di procuragliene una (dato che mancano dai negozi).
Se sappiamo di persone che vivono per strada, sempre con le dovute precauzioni possiamo lasciargli delle coperte o una bottiglia d’acqua. Non tutti hanno la fortuna di un tetto sopra la testa.