Nel magazzino veronese della General Logistic Systems (GLS), la multinazionale olandese delle spedizioni, il lavoro non si ferma per l’emergenza Covid19.
Le spedizioni riguardano merci non comprese tra i beni essenziali, eppure si continua a lavorare, nonostante le proteste.
A quanto si apprende da un comunicato del sindacato Usb, dato che i lavoratori del magazzino avevano concordato tramite le rappresentanze sindacali di lavorare al massimo in 25 per turno, con una messa in Fondo d’Integrazione Salariale a rotazione per tutti (cioè poter stare a casa percependo un assegno), nella notte tra il 2 e il 3 aprile gli appaltatori che gestiscono le attività per conto di GLS hanno chiamato a lavorare persone dai comuni limitrofi, con l’effetto di sovraffollare l’ambiente di lavoro.
A poco è servita l’astensione dal lavoro data la ricattabilità dei lavoratori interinali.
L’ennesima dimostrazione di come il profitto venga anteposto alla salute, adesso con l’emergenza quanto prima con la “normalità”.
Un modo concreto quanto semplice di essere solidali con i lavoratori della logistica è sospendere ogni ordinazione tramite queste aziende che stanno obbligando chi lavora per loro, ancorché in appalto, a esporsi al rischio di contagio.